Certe
volte è l’attenzione ai minimi particolari a rendere un film particolarmente
gustoso. Come il gioco ad incastri tra passato e futuro della trilogia Ritorno al futuro. Intendiamoci: se la
storia non ha un valore di per sé, la pellicola può essere curate quanto si
vuole, ma rimane un esercizio di manierismo fine a sé stesso.
La
grandissima abilità nel destreggiarsi tra i dettagli è uno dei marchi di
fabbrica della Disney. Anche qui sono le trame e i personaggi (quasi sempre
azzeccatissimi) a farla da padrone, ma certi particolari contribuiscono di
certo a colpire il senso di meraviglia del bambino che è in noi.
Di
esempi ce ne sono tanti, dagli oggetti che i due topini Bianca e Bernie
utilizzano con altri scopi rispetto a quelli umani (come il ditale che per loro
diventa una sedia), agli stessi oggetti riciclati quasi con arte dalla banda di
Cip & Ciop agenti speciali. Ma in
questi casi parliamo un film prodotto alla fine degli anni ’70 e di una serie a
cartoni del 1989.
Fa
ancora più impressione notare come la Disney prestasse questa maniacale
attenzione ai dettagli fin dai primi film. L’esempio che ho scelto è il secondo
classico Disney, Pinocchio, uscito al
cinema nel 1941.
In
parte lontano dalla sensibilità odierna, con alcuni personaggi entrati
nell’immaginario collettivo come il Gatto e la Volpe, ha in una delle prime
sequenza un esempio delle grandi capacità dei disegnatori che lavoravano per
zio Walt. Finito di lavorare al suo burattino, per Geppetto è l’ora di andare a
letto. A segnalarglielo è una festosa banda di orologi, tanto diversi e
caratteristici. Tutti intonati e sincronizzati, scandiscono l’ora nella casa
dell’anziano falegname. Ed è con questa breve sequenza, totalmente inutile alla
trame, che la Disney dà sfoggio delle proprie abilità, intrattenendo e mostrando
la creatività degli animatori e i frutti che questa può portare.
Nessun commento:
Posta un commento