venerdì 29 novembre 2013

Occhio al dettaglio


 
Certe volte è l’attenzione ai minimi particolari a rendere un film particolarmente gustoso. Come il gioco ad incastri tra passato e futuro della trilogia Ritorno al futuro. Intendiamoci: se la storia non ha un valore di per sé, la pellicola può essere curate quanto si vuole, ma rimane un esercizio di manierismo fine a sé stesso.

La grandissima abilità nel destreggiarsi tra i dettagli è uno dei marchi di fabbrica della Disney. Anche qui sono le trame e i personaggi (quasi sempre azzeccatissimi) a farla da padrone, ma certi particolari contribuiscono di certo a colpire il senso di meraviglia del bambino che è in noi.

Di esempi ce ne sono tanti, dagli oggetti che i due topini Bianca e Bernie utilizzano con altri scopi rispetto a quelli umani (come il ditale che per loro diventa una sedia), agli stessi oggetti riciclati quasi con arte dalla banda di Cip & Ciop agenti speciali. Ma in questi casi parliamo un film prodotto alla fine degli anni ’70 e di una serie a cartoni del 1989.

Fa ancora più impressione notare come la Disney prestasse questa maniacale attenzione ai dettagli fin dai primi film. L’esempio che ho scelto è il secondo classico Disney, Pinocchio, uscito al cinema nel 1941.

In parte lontano dalla sensibilità odierna, con alcuni personaggi entrati nell’immaginario collettivo come il Gatto e la Volpe, ha in una delle prime sequenza un esempio delle grandi capacità dei disegnatori che lavoravano per zio Walt. Finito di lavorare al suo burattino, per Geppetto è l’ora di andare a letto. A segnalarglielo è una festosa banda di orologi, tanto diversi e caratteristici. Tutti intonati e sincronizzati, scandiscono l’ora nella casa dell’anziano falegname. Ed è con questa breve sequenza, totalmente inutile alla trame, che la Disney dà sfoggio delle proprie abilità, intrattenendo e mostrando la creatività degli animatori e i frutti che questa può portare.
 
 

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