In
questi ultimi tempi si sente solo parlare di economia e di crisi, temi
sicuramente d’attualità, ma la nostra vita non può e non deve essere schiava
dell’economia e del mercato.
Il dio
denaro. È questo l’unico valore. E solo pochi, quantomeno tra coloro che hanno
voce in capitolo, urlano al mondo la gravità e l’inumanità di questa
situazione. Il pensiero corre subito a Papa Francesco.
Lungi
da me dire che il denaro non serve, anzi. Ma è un mezzo, non un fine. Se con
quello che guadagni sfami te stesso e la tua famiglia, magari ti togli delle
soddisfazioni, riesci pure a comprarti l’ultimo modello di cellulare e l’ipad, ma
non riesci a goderti il tempo per stare con i tuoi cari o fare ciò che ti
piace, sei il più povero degli uomini.
E
parlando di tempo libero, colpisce il differente modo in cui noi italiani ci approcciamo
alle vacanze rispetto agli americani. Un lavoratore italiano ha in media
diritto a sei settimane di vacanze l’anno; quello americano a due, che spesso
nemmeno si prende per paura di trovare qualcuno al suo posto di ritorno dalle
vacanze.
Insomma,
se l’America è in molte cose avanti a noi, in tema di tutela dei lavoratori ha
solo da imparare. Si fa prepotente il ricordo di un film del 2006: Vita da camper. La pellicola racconta la
storia di un amorevole padre di famiglia – ruolo ricoperto a meraviglia
dall’istrionico Robin Williams – che è costretto a trasformare la vacanza da
sogno alle Hawaii che aveva promesso a moglie e figli, in una gita in camper in
Colorado. Se non sarà presente ad un incontro con alcuni clienti, il suo capo
lo licenzierà. Non potendo raccontare la verità alla famiglia, noleggia il
camper e si incammina verso il luogo dell’incontro, “vendendo” ai suoi cari la
trasferta come una vacanza.
Ovviamente
la verità viene a galla, la famiglia lo perdona e il lieto fine (con nuovo
impiego di lavoro) è assicurato, ma quello che fa davvero male è renderci conto
come, in questa società dove contano i soldi ma non le persone, per tenersi il
lavoro e poter sopravvivere, si debba essere costretti a rinunciare a vivere, nel
senso più vero del termine.
Se il progresso deve
migliorare la qualità della vita, il mondo attualmente non è certo incamminato
verso il progresso.