Gli esperti d’economia assicurano che in un futuro non molto lontano la Cina sarà il centro economico del pianeta. È indubbio che competitivamente il paese degli involtini primavera ha vita facile: produce di tutto a basso costo, conquista ogni mercato riuscendo ad essere competitivo vendendo al prezzo minore, paga i lavoratori un pugno di riso. Logica vuole che dovremmo temerli. E non perché sposteranno l’asse economico ad Oriente, ma perché il paese più ricco detta le regole e – per quanto gli Stati Uniti abbiamo mille difetti – sono certo che le nuove regole non ci piaceranno, incoraggiando le disuguaglianze, le ingiustizie e lo sfruttamento.
Eppure
sembrano loro ad avere più paura di noi. È notizia di questi giorni che le
autorità cinesi hanno ordinato la rimozione dal web di quattro serie tv
americane: The Good Wife, Ncis, The Practice e The Big
Bang Theory. Il motivo di tale decisione non è stato reso noto, ma molti
sospettano che ci sia dietro la volontà di riprendere il monopolio della
televisione. In Cina non esiste altra emittente oltre alla rete nazionale, ma i
cittadini possono usufruire di internet per vedere in streaming telefilm e film
che non vengono trasmessi dal loro unico canale. E dato che sempre meno giovani
cinesi guardano la tv, attratti dai telefilm che trovano in rete, eliminare
queste alternative è il modo migliore per ricondurli nell’ovile della vecchia,
cara, tv di Stato, mezzo utilissimo per controllare e plasmare l’opinione
pubblica.
I
telefilm statunitensi rappresentano il modello di libertà, ricchezza e
giustizia che gli Usa vorrebbero essere (e non sempre sono). Un modello a cui
ogni essere umano vorrebbe tendere, uno stile di vita che ha un fascino
innegabile. Ceausescu negli anni ’80 incoraggiò la messa in onda di Dallas, credendo che sarebbe servito a
far capire ai rumeni quanto gli americani fossero corrotti, avidi e senza
scrupoli. Il risultato fu che i rumeni si innamorarono a tal punto del modello
americano da far naufragare il regime del dittatore.
The Big Bang Theory non
sarà paragonabile a Dallas, ma forse
la paura del governo cinese non è così infondata.