Alcune scene sono entrate nell’immaginario collettivo. Pur non avendo mai visto il film da cui sono tratte, tutti le conoscono. Lo spogliarello di Kim Basinger in 9 settimane e mezzo, l’attacco aereo al suono della Cavalcata delle Valchirie in Apocalypse Now, la camminata ballata al ritmo di Stayin’ Alive di John Travolta all’inizio de La febbre del sabato sera.
Una
scena famosa non fa un capolavoro, e un bel film è tale indipendentemente dal
numero di scene entrato nella storia della cinematografia. Indiscutibilmente
però le scene che catalizzano l’attenzione, creano, dalla seconda visione del
film in poi, un senso d’attesa.
Emblematico
è il caso di Scent of a woman – Profumo di donna. Il protagonista è Al Pacino nei
panni di un ex colonnello divenuto cieco dopo un incidente. La sua famiglia
assume un giovane studente (Chris O’Donnell) perché si occupi di lui durante il
week-end del ringraziamento. Il colonnello lo trascina a New York dove ha
intenzione, dopo essere andato a trovare suo fratello e aver fatto l’amore per
un’ultima volta, di suicidarsi. Mentre il colonnello gli insegnerà a vivere, il
ragazzo racconterà al colonnello i suoi problemi: ha assistito ad uno scherzo
molto pesante nei confronti del preside del suo college e se non farà la spia,
il preside lo caccerà.
Ogni
frase pronunciata da Al Pacino è degna di nota, ma sono tre i momenti del film
che finisci ogni volta per aspettare con trepidazione.
Innanzitutto
la scena del tango, con il colonnello cieco che insegna ad una giovane donna il
ballo più sensuale del mondo (Non c’è possibilità di errore nel tango, non è
come la vita: è più semplice. Commetti un sbaglio ma non è mai irreparabile,
seguiti a ballare). Poi la corsa in Ferrari, con Al Pacino al volante che
aspetta che Chris O’Donnell gli dica il momento esatto in cui curvare. Infine
il monologo di Al Pacino al college, in difesa del suo giovane amico che non
vuole tradire dei compagni per comprarsi un futuro.