martedì 19 novembre 2013

Alto tradimento



Trasporre un’opera letteraria in un film non è così facile. Quasi sempre ad uscire vincitore dal confronto è il libro (anche perché è solitamente quello dei due che ha visto per primo la luce), e sono numerosi i casi in cui la pellicola delude. Poche volte però il testo viene quasi totalmente snaturato e tradito. Uno di questi, è il moderno Sherlock Holmes.

I due film, interpretati da Robert Downey Jr. nei panni del detective di Baker Street e da Jude Law in quelli del fido assistente Watson, sono come una pugnalata al cuore di Sir Arthur Conan Doyle e dei suoi fan.

Intendiamoci: i due film in sé, non sono male. Se li consideriamo semplicemente dei film d’azione, sono senza dubbio riusciti, con un perfetto equilibrio di azione, ironia e suspense. Ma non è Sherlock Holmes.

Non si respira la classica atmosfera vittoriana dei racconti, Holmes passa la maggior parte del tempo a far cazzotti e a rendersi ridicolo anziché a riflettere e dedurre, i casi tendono – è questo è forse il peccato minore – verso un’eccessiva spettacolarizzazione, centuplicando il livello d’azione presente nei racconti.

Quello che rattrista davvero non è il successo del film, ma le affermazioni entusiastiche di quanti sostengono che finalmente Sherlock Holmes ha trovato un’adeguata trasposizione cinematografica. Ma Holmes era anche in grado di far a botte quando serviva ti dicono, non avendo probabilmente mai letto niente di Conan Doyle ma parlando solo per sentito dire. È vero, Holmes era un provetto spadaccino e boxeur, ma le sue principali caratteristiche erano l’acume e lo spirito d’osservazione. E rarissimamente scendeva alle mani, e solo se costretto.

Ma per loro il vero Sherlock è questo. Povero mondo. A quando un tenente Colombo armato di pistola e con i modi dell’ispettore Callaghan?

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