Troppe persone confondono volgarità e comicità. Non sono un puritano e sono conscio che la parolaccia in certi momenti faccia effetto, abbia la sua funzione. Il problema è quando risulta gratuita.
Molti
dei film comici americani dell’ultimo decennio sono riusciti ad arrivare a un livello d’insulsaggine e di volgarità impareggiabile. Parolacce a
parte, non fanno che parlare di sesso, anche quando sarebbe superfluo, anche
quando non c’entra niente con la trama. Sviliscono un aspetto dell’esistenza
umana, la sessualità, intrinsecamente legato all’amore, al mistero, al fascino,
al divertimento. Ma soprattutto – e questo è il peggio – non fanno nemmeno
ridere.
Adam
Sandler è forse l’attore che ha prestato di più il suo talento (talento?) a
questo genere di film. Poco espressivo, con una faccia solo apparentemente da
bravo ragazzo, Sandler sembra convinto che le risate siano proporzionate alle
volgarità. Geni della comicità come Robin Williams, Peter Sellers e Leslie
Nielsen sapevano benissimo che a causare la risata non era la battuta in sé
(comunque importante), ma il tono con cui la si diceva, lo sguardo che
l’accompagnava, le movenze con cui si costruivano i personaggi. Sandler se ne
frega, ma il vero dramma è che è comunque ritenuto da molti ragazzi uno dei
comici migliori.
I
pochi film salvabili (da Mr. Deeds a 50 volte il primo bacio) scompaiono tra le
terribili fetenzie interpretate dall’attore, da Io vi dichiaro marito e… marito
a Zohan – Tutte le donne vengono al pettine, passando per Prima o poi me lo
sposo.
Nessun commento:
Posta un commento